Dove acquistare e come testare un obiettivo vintage

Orientarsi nel mercato dell’usato

Quasi sempre, quando un’occasione sembra troppo bella per essere vera, non è vera. Il mercato dell’usato è pieno di limoni, non di rado all’insaputa degli stessi venditori. Per questo motivo è sempre consigliato spendere di più ma scegliere l’acquisto online da venditori che accettino il reso incondizionato e forme di pagamento sicure. Quest’opzione è preferibile anche all’acquisto di persona da un privato, in quanto per testare a fondo un’ottica serve tempo e ci si potrebbe accorgere di eventuali problemi solo dopo numerose prove. È chiaro che pagare un obiettivo magari il doppio del suo prezzo medio di mercato faccia storcere il naso, tuttavia se si considera il costo di una lente cinematografica il risparmio resta elevatissimo. Va poi considerato che puntare al prezzo migliore piuttosto che all’acquisto più sicuro potrebbe tradursi in una lunga e costosa collezione di fondi di bottiglia.

In campo fotografico molti dei difetti meccanici che possono affliggere un obiettivo passano del tutto inosservati. Un fotografo, ad esempio, di solito neppure si accorge se il frame subisce un leggero spostamento quando si cambia la direzione del fuoco. Per questo motivo le descrizioni degli articoli in vendita redatte dai venditori, per quanto in buona fede, non sono attendibili per noi che facciamo video. A noi serve di poter testare approfonditamente ogni ottica.

Pressoché tutti gli obiettivi vintage presentano tracce di polvere tra le lenti; spesso accusano anche i famosi cleaning marks, ossia dei leggeri graffi sui vetri esterni, conseguenza di pulizie eseguite con poca cura. Con questi piccoli difetti, che non influiscono in maniera rilevante sulla qualità d’immagine, conviene imparare a conviverci, perché trovare obiettivi del secolo scorso che siano ancora in condizioni impeccabili è estremamente raro; inoltre, non è detto che una copia perfetta come estetica lo sia anche dal punto di vista meccanico e della centratura ottica.

Se il mercato del nuovo è aleatorio e le differenze di resa tra un esemplare e l’altro di uno stesso obiettivo possono risultare enormi, ancor più questo discorso è valido per ottiche vecchie decenni che hanno alle spalle chissà quali trascorsi.

Le ottiche moderne sono trattate in superficie con materiali molto più resistenti di un tempo, è normale che un obiettivo del 2000, anche se maltrattato per anni da pulizie col polsino, ditate e quant’altro, abbia ancora la lente frontale priva di graffi; un obiettivo anni ’70, dopo un simile trattamento, risulterebbe danneggiato in maniera ben visibile. Ciò considerato è facile immaginare quanto sia raro un obiettivo vintage al tempo stesso ben riuscito e ben conservato. Reperire priva di qualsiasi difetto l’ottica desiderata potrebbe benissimo risultare impossibile.

Per essere pienamente utilizzabili in campo video le ottiche vintage hanno spesso bisogno di una revisione. È una spesa che è bene mettere in conto quando si valuta un acquisto. È rarissimo che un obiettivo vecchio decenni abbia i vetri ancora limpidi, il diaframma pulito e i lubrificanti ben conservati. Per fortuna revisionare un’ottica manuale è un’operazione piuttosto semplice ed economica; la spesa, in genere, va dai 50 ai 70 €. Fanno eccezione più che altro i Leica, la cui revisione può facilmente costare tra i 100 e i 150 €. Tenendo conto di tutto questo, per risparmiare può aver senso acquistare obiettivi con qualche problema evidente, come un diaframma bloccato o una leggera muffa su un vetro. Difetti simili fanno spesso precipitare le quotazioni di mercato, ma la pulizia di un diaframma, così come la rimozione di una muffa, vengono quasi sempre inclusi nel prezzo di una comune revisione. Ovviamente scegliere questa strada comporta qualche rischio in più perché il difetto potrebbe risultare più grave di quanto apparisse. La muffa, ad esempio, potrebbe aver intaccato l’antiriflesso rendendo impossibile ripristinare in toto le funzionalità originali dell’obiettivo; oppure il diaframma potrebbe mal funzionare per via di una precedente revisione eseguita in malo modo, con un conseguente danno a parti meccaniche per le quali non si trovano più ricambi. Volendo correre questo tipo di rischi è fondamentale poter contare su un foto riparatore di fiducia che possa verificare il problema entro i termini del reso.

Un altro comune difetto delle lenti più datate è una leggera opacizzazione dei vetri, un appannamento dovuto in genere alle esalazioni dei lubrificanti. Nelle inserzioni di vendita questo problema viene solitamente indicato come haze o fog e nella stragrande maggioranza dei casi è del tutto risolvibile con un semplice intervento di pulizia. Muffe e funghi sono più pericolosi.

Se si è interessati a un certo obiettivo è utile verificare in quante montature sia disponibile, perché le differenze di prezzo possono essere determinanti; le ottiche dal tiraggio più lungo, essendo adattabili a più sistemi, sono di norma le più costose ma anche le più facili da rivendere.

Infine una piccola nota: quando si pianifica un corredo è bene considerare che obiettivi di marche diverse o appartenenti a linee diverse di uno stesso brand offrono quasi sempre risposte cromatiche abbastanza dissimili tra di loro. Per quanto mi riguarda considero questa una delle inevitabili controindicazioni di utilizzare ottiche fotografiche anziché cinematografiche. Molto più importante, a mio avviso, è disporre di obiettivi la cui ghiera del fuoco ruoti nella stessa direzione e preferibilmente seguendo lo standard cinematografico, ossia con l’infinito che viene raggiunto ruotando verso sinistra. Canon, Carl Zeiss Jena, Leica, Meyer-Optik, Olympus, Pentacon, Rollei e Yashica seguono questo standard, mentre Fuji, Nikon, Pentax e Takumar hanno ghiere delle MAF che girano in direzione opposta. Le ottiche universali solitamente si adeguano al sistema di destinazione.

Testare un obiettivo usato

  1. Scuotere l’ottica vicino all’orecchio. Se si sentono rumori insoliti è probabile che l’obiettivo sia stato aperto e rimontato male. Non di rado si trovano barilotti con all’interno viti vaganti che possono creare seri danni. In questi casi è importante non ruotare le ghiere dell’obiettivo, movimentarlo il meno possibile e sottoporlo quanto prima a revisione.
  2. Osservare bene il barilotto, con particolare attenzione alla filettatura frontale per i filtri. Non ci devono essere indentature o altri segni di botte. Mentre una piccola sverniciatura è cosa normale, un segno d’urto può indicare un colpo sufficiente a decentrare qualche elemento o a piegare un’elicoide.
  3. Controllare che la ghiera del fuoco ruoti in maniera silenziosa e omogenea, offrendo la giusta resistenza. Nella maggior parte dei casi, specialmente quando si tratta di obiettivi le cui condizioni estetiche lasciano supporre un utilizzo moderato, i problemi legati alla rotazione della ghiera del fuoco si risolvono con le procedure base di una revisione; sono sufficienti la pulizia e la nuova lubrificazione delle elicoidi. In altri casi è possibile che i lubrificanti siano esauriti e che le elicoidi stiano girando a secco; negli obiettivi in queste condizioni, quasi sempre, l’alluminio ha sviluppato delle scabrosità che impediscono alla ghiera del fuoco di ruotare in maniera fluida. In questo caso, per rimediare, si possono utilizzare dei grassi particolarmente densi, ma spesso, per ottenere una perfetta fluidità, si deve rendere la ghiera del fuoco eccessivamente dura. Nei casi peggiori è necessaria una sabbiatura dei filetti, una lavorazione che toglie lucidità alle elicoidi e incrementa le tolleranze di accoppiamento tra di esse. L’eccessivo attrito e i giochi che insorgono in seguito a quest’operazione possono essere contenuti applicando grassi molto densi sulle filettature, ma questo, come detto, compromette la morbidezza della ghiera del fuoco. Nel testare la ghiera della MAF è importante provare anche spostamenti millimetrici; in questo modo si verifica che le elicoidi non diano segno di impastarsi tra di loro, che non richiedano sforzi eccessivi per avviare il movimento e che permettano quindi un’adeguata precisione durante la focheggiatura. Quando ciò non avviene, in genere è segno che le elicoidi hanno ormai perso la lucidatura e questo è un difetto mai del tutto risolvibile, perché l’utilizzo di lubrificanti molto densi, di nuovo, è il solo rimedio a disposizione dei foto riparatori. Infine, se il movimento della ghiera della messa a fuoco s’impunta in corrispondenza di certi gradi di rotazione, è possibile che la curvatura delle elicoidi si sia alterata, magari in seguito a un urto; neppure le perfette condizioni cosmetiche del barilotto possono escludere quest’eventualità. In genere le elicoidi piegate possono essere rettificate senza problemi, ma è improbabile che tornino a offrire una rotazione perfettamente omogenea. Per evitare la spesa di interventi non risolutivi è importante trovare un buon foto riparatore e fare in modo che capisca a pieno le vostre esigenze. Normalmente un riparatore esperto è in grado di diagnosticare la maggior parte dei problemi di un obiettivo senza neppure doverlo aprire.
  4. Assicurarsi che la ghiera dei diaframmi ruoti liberamente e che si blocchi con sicurezza laddove previsto. Le sfere che si trovano sotto la ghiera dei diaframmi possono risultare rovinate e produrre un clic indeciso; farle sostituire non è un problema. Verificare l’effettivo raggiungimento della massima e della minima apertura, facendo attenzione che al valore più ampio il diaframma risulti effettivamente spalancato. Se non è così potrebbe esserci un problema serio al meccanismo del diaframma stesso; per esempio una molla potrebbe aver perso tensione e non è detto che si riesca a trovarne una di ricambio. Chiuso al massimo il diaframma, controllare che non ci siano tracce d’olio sulle lame. Fatto questo, aprire e chiudere velocemente il diaframma, agendo sul relativo pin o leva di comando, solitamente collocati alla base del barilotto; in questo modo ci si può assicurare che il movimento delle lame sia scattante. Per quanto le lamelle possano apparire pulite, se il diaframma agisce con lentezza è quasi certo che sia impastato dai lubrificanti e potrebbe un giorno bloccarsi; farlo pulire esclude questo pericolo.
  5. Osservare bene le lenti esterne utilizzando diverse angolazioni e facendo in modo che la luce le colpisca da direzioni differenti. Poi, rimossi entrambi i tappi dell’obiettivo, osservare i vetri in controluce, sia dal fondo che dal fronte, meglio se con l’ausilio di una piccola torcia led, ruotando il barilotto in modo che la luce colpisca le lenti da più direzioni. In questo modo un occhio esperto può notare anche gli aloni più leggeri dei vetri più interni, ma è una pratica che richiede tecnica e allenamento, non è affatto semplice riuscire a focalizzare i diversi elementi. Anche per questo motivo poter contare sul parere di un foto riparatore esperto e su almeno una settimana di tempo per potersi avvalere del diritto di recesso sono fattori fondamentali quando si acquistano obiettivi usati.
  6. Osservare tutte le viti esterne, sia sul barilotto che sulla montatura. Dallo stato delle vernici attorno ai fori e dalla possibile usura del taglio o della stella delle capocchie si può dedurre se l’obiettivo sia stato aperto o meno. Se i segni di una precedente revisione sono palesi è probabile che questa sia stata eseguita da una persona poco esperta. Di per sé ciò non implica conseguenze negative, ma se i test precedenti hanno rilevato problemi quest’esame potrebbe confermare dei sospetti.
  7. È il momento di scattare qualche foto. Prima di tutto, verificare la messa a fuoco a infinito. Se questa non viene raggiunta è probabile che l’obiettivo sia stato aperto e rimontato fuori registro, quindi è lecito supporre che abbia avuto problemi in precedenza e che non sia stato servito da un riparatore esperto. Registrare l’infinito di un obiettivo è un’operazione semplicissima e molto veloce, di solito un intervento simile non viene fatto pagare più di 30 €. Ovviamente, se si utilizza un adattatore, affinché l’esame del fuoco a infinito abbia senso è indispensabile assicurarsi che l’anello abbia il giusto spessore e che sia correttamente connesso all’obiettivo.
  8. Ora, un controllo base della centratura ottica. Scelto un soggetto, lo si focheggia alla stessa distanza sia a centro immagine che ai quattro lati del fotogramma, utilizzando lo stesso diaframma e la stessa illuminazione. Se un lato del quadro risulta più nitido dell’altro nonostante le lenti siano pulite, c’è sicuramente qualche problema. Quando le differenze di resa tra le varie zone del frame sono eccessive, non resta che recedere dall’acquisto, perché un difetto simile non può essere corretto da un qualsiasi foto riparatore. Un buon test per verificare l’accurata centratura ottica di un obiettivo è controllare che sia del tutto esente da astigmatismo in zona centrale; su alcune mire ottiche è stampato un cerchio con 8 bisettrici che è perfetto per eseguire questo test. In alcuni casi l’obiettivo potrebbe anche essere centrato e l’astigmatismo potrebbe derivare da un’anisotropia di una o più lenti o da un qualche difetto legato al diaframma, ma in ogni caso si tratta di problemi che richiederebbero interventi estremamente complessi e costosi.
  9. Infine, appurare che l’obiettivo non presenti problemi di wiggle. Il test va effettuato a diverse distanze di fuoco, con la macchina sia in bolla che sottoposta a vari livelli d’inclinazione verticale. Ciò fatto si ripete la procedura utilizzando un follow focus. Qualora si siano verificati dei problemi, si prova a risolverli impiegando un paraluce o montando l’obiettivo in posizione ruotata, ammesso che ciò sia reso possibile da un eventuale anello adattatore. Talvolta questi rimedi risolvono il problema ad alcune distanze di fuoco o angolazioni, ma lo introducono ad altre. La verifica dei problemi di frame shift è sempre lunga e tediosa, è improbabile che si abbia tempo e modo di eseguirla contestualmente a un acquisto effettuato di persona.

Capitolo successivo:
Gli anelli adattatori e i kit di modifica