Le Look Up Tables sono dei preset di color utilizzabili in qualsiasi programma professionale di color o di montaggio. Essendo pensate per la massima compatibilità, le LUT contengono solo gli effetti più semplici (niente sharpening, noise reduction, qualifiche colore o effetti dinamici) e non sono modificabili. L’unico modo per alterare l’effetto di una LUT è quello di ridurne l’opacità complessiva. Questo significa che di base le diverse manipolazioni dell’immagine apportate da una LUT possono essere gestite solo come una modifica unica.
Se volessimo mantenere il livello di contrasto applicato all’immagine dal preset ma evitare che questo intervenga sulla tonalità dei colori, non avremmo un modo semplice e diretto per farlo, saremmo costretti a scomporre l’immagine in canali diversi, ad applicare metodi di fusione o procedimenti ancor più avanzati. Se poi volessimo mantenere l’intervento cromatico della LUT su particolari colori e non su altri, su particolari livelli luma e non su altri, tutto diverrebbe estremamente complesso e macchinoso. Per approfondire questo punto: Modificare una LUT in DaVinci Resolve
Talvolta applicare una LUT comporta una perdita d’informazioni. E’ possibile ad esempio che riaprendo un’ombra chiusa dal preset non si ottenga altro che un grigio privo di dettagli, nonostante il file originale fosse leggibile anche in quella zona. Tutto dipende da come la LUT è stata programmata.
L’utilizzo primario delle LUT in campo cinematografico è quello di simulare la resa di certe pellicole e di offrire una previsualizzazione dell’immagine finale nel corso delle riprese. Sui set viene quasi sempre caricata una LUT su almeno un monitor di riferimento affinché l’immagine Log prodotta dalla videocamera appaia già lavorata.
Di solito sui set in cui non si impiegano contemporaneamente camere di tipo diverso si utilizzano tra le due e le quattro LUT, ognuna pensata per una specifica condizione di luce. Queste LUT vengono create secondo le indicazioni del direttore della fotografia, avendo in mente quale dovrà essere l’estetica finale del film. In genere sono LUT piuttosto semplici, la cui funzione è trasformare il file Log in un Rec709. Non di rado le LUT utilizzate sul set vengono poi applicate dal colorist come base per la color.
È una buona idea utilizzare le LUT in fase di color grading?
Se vi state ponendo una simile domanda è chiaro che vi state avvicinando ora al mondo della color e in considerazione di questo la mia risposta è un perentorio NO.
Ciò che noto nei miei workshop è che quasi tutti i corsisti, quando si trovano di fronte a un nuovo girato, per prima cosa si mettono a scorrere la propria galleria di LUT per vedere “quale ci sta meglio”. No.
No, no, no, no.
Il mio consiglio è quello di non utilizzare le LUT almeno finché queste non rappresenteranno che una scorciatoia per giungere a un risultato prestabilito che sapreste ottenere o quantomeno avvicinare con altri strumenti. Iniziare a fare color utilizzando dei preset significa intraprendere il percorso più lungo non solo per quanto riguarda l’apprendimento della tecnica ma anche per lo sviluppo della propria sensibilità visiva.
Una volta che ci si senta sufficientemente sicuri delle proprie conoscenze e capacità, utilizzare delle LUT può rappresentare un’ottima soluzione per velocizzare il lavoro, soprattutto quando questo diventa a tutti gli effetti un’estensione del lavoro operato sul set dal direttore della fotografia. Sviluppare delle LUT in fase di preproduzione per poi caricarle sui monitor durante le riprese così da previsualizzare il risultato finale e quindi utilizzare suddette LUT in fase di color grading è una procedura molto comune e indubbiamente funzionale. Prima di arrivare a questo, però, è necessario conoscere e padroneggiare almeno gli strumenti base e i principi fondamentali del processo di color grading.
Ciò detto, è bene sapere che la maggior parte delle LUT in commercio manipolano le immagini in un modo che molto semplicemente non è riproducibile utilizzando gli effetti presenti nei programmi di color grading. Queste LUT vengono progettate e realizzate utilizzando strumenti più avanzati di quelli a disposizione dei colorist. Al tempo stesso, però, utilizzando gli effetti messi a disposizione dai programmi di color grading, avendo sufficienti conoscenze ed esperienza, è sempre possibile giungere a una buona approssimazione di quei risultati.
I limiti delle LUT
Le LUT non solo non sono modificabili, ma neppure esplorabili. Quando le si utilizzano da neofiti ci si trova ad applicare tutta una serie di effetti senza avere la minima idea di come questi siano stati realizzati. Di conseguenza si lavora in maniera perlopiù inconsapevole, imparando poco o niente.
Va anche considerato che ogni LUT è ottimizzata per un certo tipo di esposizione e in relazione a un certo tipo d’immagine. Quando si applica una LUT a un girato eterogeneo si è costretti ad aggiungere ulteriori effetti per preparare le singole clip ad accogliere tale LUT o per riparare i danni che questa ha causato. Un simile modus operandi non solo complica il lavoro, specialmente se non si è in grado d’interpretare la manipolazione dell’immagine apportata dalla LUT, ma rischia di danneggiare le immagini creando artefatti e amplificando il rumore digitale, conducendo a risultati molto spesso inferiori a quelli ottenibili scegliendo la retta via.
Le LUT di conversione
Queste LUT, dette anche tecniche, sono progettate per convertire in un diverso standard la gamma e lo spazio colore di un girato. Le più diffuse sono quelle per trasformare un’immagine LOG wide gamut in un’immagine video Rec709. Lo scopo di queste LUT è conferire contrasto e saturazione ai file LOG restringendone lo spazio colore all’interno del gamut Rec709. Tutte le case produttrici di videocamere cinematografiche offrono LUT di conversione dedicate ai vari modelli delle proprie camere, ma esistono anche moltissime LUT tecniche di terze parti.
Le LUT di conversione possono essere integrate nel firmware delle camere e dei monitor per offrire una previsualizzazione sul set del file convertito, possono essere scaricate dai siti delle case produttrici delle camere o da siti di aziende terze, così come possono essere disponibili all’interno dei programmi di color grading.
Utilizzare una LUT di conversione come base per il proprio lavoro è una pratica assolutamente comune tra i colorist. In alternativa, su DaVinci Resolve è possibile trasformare la gamma e lo spazio colore di un girato utilizzando l’OpenFX Color Space Transform o gli strumenti del Color Management. Per approfondire questo argomento: Il color management in DaVinci Resolve
ARRI mette a disposizione sul proprio sito uno strumento utilizzabile direttamente online per creare e scaricare delle LUT in base al file sorgente, alle diverse necessità di conversione e ai diversi software di color correction: ARRI LUT Generator.
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