Nel 2014 Samyang ha iniziato a produrre degli obiettivi destinati all’utilizzo in campo video. Tutt’ora in commercio, queste lenti si distinguono dalle ottiche prettamente fotografiche per la presenza di una dentatura per il follow focus sia sulla ghiera della messa a fuoco che su quella dei diaframmi e per una ghiera dei diaframmi che scorre in maniera fluida. La ditta coreana ha inizialmente identificato questa linea di obiettivi con l’acronimo VDSLR, sottolineandone la vocazione all’utilizzo sulle reflex digitali in grado di fare video. Per ragioni di marketing ha poi iniziato a pubblicizzare queste lenti come Cine Lenses, distinguendole però dagli obiettivi cinematografici della linea Xeen, anch’essi di sua produzione, definiti a quel punto Professional Cine Lenses. E’ così che si è iniziata a diffondere una certa confusione su cosa sia in effetti una lente Cine.
Vediamo allora cosa rende tale un obiettivo cinematografico.
Ghiere dentate, fluide e con hard stop
Tutte le ghiere delle ottiche cine presentano una dentatura standard da 0.8mm destinata all’accoppiamento col follow focus, strumento che può quindi essere utilizzato per gestire non solo il fuoco ma anche i diaframmi e l’eventuale zoom.
La ghiera dei diaframmi ruota in maniera fluida affinché sia possibile impostare qualsiasi apertura e modificarla senza interruzione di continuità nel corso delle riprese.
La rotazione della ghiera del fuoco si blocca ad entrambe le estremità delle propria escursione, così da permettere la calibrazione automatica dei follow focus motorizzati e favorire l’utilizzo delle marcature sui follow focus manuali.
Ampia corsa di fuoco, indicazioni delle distanze affidabili e numerose
Di norma la ghiera della messa a fuoco delle ottiche cine ruota almeno 270° e distribuisce lo spostamento di fuoco in maniera equilibrata su tutta la corsa; questo permette un’adeguata gestione del fuoco sia in termini di precisione che di velocità.
Una ghiera del fuoco dotata di un’ampia escursione rende anche meno rilevanti i piccoli errori quando si devono rispettare dei marker o si lavora con un follow focus che presenti del gioco; questo perché se la corsa di fuoco è lunga, i millimetri di rotazione non corrispondono a metri di spostamento del piano di fuoco, come invece accade spesso negli obiettivi fotografici. In questo senso giocano a favore anche le dimensioni solitamente generose degli obiettivi cine, perché data una certa velocità di rotazione, più ampio è il diametro di una ghiera e maggiore è il tempo necessario affinché questa descriva un determinato angolo; lo si nota soprattutto quando si utilizza un follow focus, situazione nella quale gli obiettivi più larghi accrescono in misura maggiore il fattore riducente del rapporto di trasmissione tra ingranaggio del follow focus e ghiera dell’obiettivo. In termini comuni, più l’obiettivo al quale il follow focus viene connesso è largo, più l’ingranaggio del follow focus deve ruotare per trasmettere un determinato angolo di rotazione alle ghiere dell’obiettivo.
Negli obiettivi cine le indicazioni delle distanze rispondono a tre caratteristiche fondamentali:
- Sono molto più numerose che sulle ottiche fotografiche, così da fornire al focus puller più riferimenti per tirare il fuoco, magari sfruttando misuratori a ultrasuoni come il CineTape.
- Si trovano spesso su entrambi i lati del barilotto, cosicché il focus puller possa leggerle a prescindere che si trovi a destra o a sinistra dell’operatore.
- Sono calibrate in fabbrica per risultare affidabili.
Riguardo l’ultimo punto, va considerato che anche gli obiettivi cine si usurano e danneggiano, che anche le baionette delle camere sono prodotte e montate con dei margini di tolleranza e che l’utente, volendo utilizzare una camera con una montatura diversa da quella dell’obiettivo, potrebbe impiegare un anello adattatore non perfettamente calibrato; per tutti questi motivi gli obiettivi cinematografici vengono abitualmente corredati di uno shim set, un gruppo di accessori del quale trattiamo nel prossimo paragrafo.
Possibilità di shimming
Gli shim sono rondelle sottili frazioni di millimetro. Frapposti tra il barilotto e la baionetta di un obiettivo, vengono utilizzati per alterare il tiraggio del sistema così da rendere affidabili le indicazioni delle distanze presenti sulla ghiera del fuoco qualora si notassero imprecisioni.
Ogni ottica cinematografica è predisposta per accogliere gli shim ad essa dedicati. Alcune ottiche vengono vendute assieme a un intero shim set (anche detto shim kit) facilmente utilizzabile da un utente medio. Per applicare gli shim sulle ottiche più complesse sono invece richieste capacità avanzate e di norma si ricorre all’intervento di un’assistenza specializzata.
Esistono anche camere cinematografiche che permettono di effettuare lo shimming dietro la baionetta della camera stessa, utilizzando gli shim set venduti come accessori dalle case produttrici.
In campo fotografico la pratica dello shimming ha fatto la propria comparsa solo negli ultimi anni, grazie alla diffusione degli anelli adattatori e dei kit di modifica. Questi strumenti, in rarissimi casi, vengono oggi venduti insieme a uno shim set per permettere una regolazione fine del fuoco a infinito.
Indicazione della luminosità effettiva
Negli obiettivi cine la luminosità non è indicata come in quelli fotografici dal valore f, ossia dall’apertura del diaframma, ma è definita come valore T, una misura che tiene conto sia dell’apertura del diaframma che dell’assorbimento luminoso dello schema ottico. In questo modo si ha la certezza che allo stesso valore T ogni obiettivo abbia la stessa luminosità e che quindi non sia necessario correggere l’esposizione quando si cambia lente.
I valori T seguono la stessa scala dei valori f e possono essere utilizzati e calcolati esattamente allo stesso modo. Un obiettivo f/1.8 con un assorbimento luminoso di 1/3 di stop diventa molto semplicemente un obiettivo T2 che chiuso uno stop passa a T2.8.
Per approfondire: La luminosità degli obiettivi.
Meccanica solida e precisa, controlli qualità rigorosi
La qualità meccanica degli obiettivi cinematografici deve garantire l’assenza di giochi e la ripetibilità dei risultati. Se la ghiera del fuoco non fosse precisa e portata su una certa distanza mettesse a fuoco talvolta un po’ più avanti e talvolta un po’ più indietro, le marcature sul follow focus risulterebbero inaffidabili. Se tra le elicoidi ci fosse un gioco percepibile, il fotogramma si sposterebbe in maniera visibile ad ogni cambio fuoco. In sostanza gli obiettivi cine devono offrire il massimo in termini di qualità costruttiva; qualsiasi difetto meccanico, in campo cinematografico, risulta evidente. Anche per questo è norma che i controlli qualità sugli obiettivi cine vengano eseguiti su ogni esemplare anziché a campione, un fattore che si ripercuote in maniera significativa sul prezzo di questi strumenti.
Va anche considerato che solo gli obiettivi cinematografici possiedono una solidità meccanica tale da garantire che l’utilizzo di un mattebox clamp-on non comporti rischi. Montando questo accessorio su una lente fotografica è molto probabile che elicoidi e cuscinetti vengano sottoposti a uno sforzo eccessivo, con conseguenze negative sia sulla stabilità del frame che sull’usura meccanica della lente stessa.
Resa cromatica, forma del diaframma e luminosità massima uniformate in ogni linea
Nei corredi fotografici è normale che coesistano lenti di generazioni diverse e che queste non condividano lo stesso trattamento antiriflesso né il disegno del diaframma né la medesima tipologia di vetri. Una simile disomogeneità è inaccettabile in un corredo cinematografico, che deve invece assicurare la massima uniformità di resa tra tutti gli obiettivi che lo compongono affinché la continuità visiva dell’opera filmica sia facilitata. Ogni obiettivo cine appartiene quindi a una linea specifica e quando si gira un film è normale che si utilizzino solo obiettivi di una determinata linea.
In un corredo cinematografico anche la luminosità massima è mantenuta costante tra i vari modelli. Possono fare eccezione giusto le focali estreme, che per non discostarsi in maniera eccessiva in termini di prezzo e dimensioni dalle altre lenti della stessa linea possono recare un’apertura massima più limitata.
Dimensioni e posizionamento delle ghiere uniformate in ogni linea
All’interno di un corredo cine tutti i barilotti recano le stesse dimensioni in termini di lunghezza, larghezza e diametro frontale e presentano ghiere dentate collocate sempre alla stessa distanza dalla baionetta. Questa tipizzazione costruttiva permette di cambiare obiettivo senza dover modificare il rig della camera. Le focali estreme possono fare eccezione ma di norma, all’interno di ogni corredo, le dimensioni fisiche e la morfologia degli obiettivi con lunghezza focale tra i 20 e i 90mm sono identiche.
Focus breathing e parfocalità sotto controllo
Nella progettazione delle ottiche cine si punta a minimizzare il focus breathing, ossia il fatto che un obiettivo modifichi la propria lunghezza focale in base alla distanza di fuoco. In pratica, quando il focus breathing è elevato, ai cambi fuoco si associa un evidente effetto zoom.
Nel caso di obiettivi zoom, dalle ottiche cine si pretende sempre una buona parfocalità, ossia la capacità di tenere più o meno costante la distanza di fuoco durante i movimenti zoom.
Focus breathing e parfocalità sono due parametri abitualmente trascurati nella progettazione di ottiche fotografiche.
Le ottiche cinematografiche originali e i rehoused
Le ottiche cine possono essere suddivise in due grandi gruppi: obiettivi originali e rehoused. Mentre gli obiettivi originali sono pensati per l’utilizzo cinematografico sin dalla fase progettuale, gli obiettivi rehoused ripropongono uno schema ottico fotografico all’interno di un barilotto cinematografico.
Sfruttando disegni ottici preesistenti e già commercializzati, le lenti rehoused risultano decisamente più economiche dei modelli cinematografici originali ma sono comunque vendute a un prezzo varie volte superiore a quello delle controparti fotografiche. Per fare un esempio, il popolare Sigma 18-35/1.8 da 700 € diventa il Sigma Cine 18-35 T2 da 4500 €. L’enorme disparità di prezzo è legata non solo alla migliore qualità meccanica e al bacino d’utenza ben più ristretto, ma anche ai controlli qualità in teoria molto più severi.
Le cifre salgono ulteriormente quando si prendono in considerazione le ottiche cinematografiche originali. Il prezzo di una Zeiss Master Prime, in base al modello, oscilla fra i 30.000 e i 50.000 €; l’intero corredo Leica Summilux-C, composto da 12 obiettivi, viene venduto a 400.000 €; l’ARRI Anamorphic 19-36mm T4.2 veleggia da solo sui 90.000 €. Chiaramente questi obiettivi sono destinati ai service, non agli utenti finali.
La situazione sin qui descritta è cambiata nel 2016 con l’ingresso sul mercato degli obiettivi Xeen, i primi rehoused cinematografici commercializzati a prezzi relativamente economici. Da allora sul mercato sono comparsi altri brand e corredi dalle caratteristiche simili (Meike, DZO, SLR Magic, SIrui…) provenienti perlopiù dalla Cina o dalla Corea; in pratica è iniziata una corsa al ribasso dei prezzi da parte di queste aziende del Sol Levante che ha fatto sì che oggi sia possibile acquistare una lente cinematografica, per quanto di fascia bassa, entro i 1000 €.
App e risorse online dedicate alle ottiche cine
Il panorama In questo campo è ancora oggi desertico.
Gli inglesi della CVP offrono sul loro sito uno strumento che permette di verificare la copertura di un discreto numero di obiettivi su un ragguardevole numero di sensori. Il confronto può risultare utile perché permette di scoprire, per esempio, che certe lenti S35 sono in grado di coprire il FF, che certi obiettivi creano una forte vignettatura anche sul loro sensore di destinazione e in ogni caso mostra le principali specifiche delle lenti e delle camere selezionate: Lens coverage and camera comparison tool.
In ambito Android esiste un’app che mantiene un vasto archivio di ottiche cinematografiche, per molte delle quali sono presenti anche un’immagine descrittiva e diverse specifiche tecniche: CineLenses. Dall’applicazione sono accessibili un forum, un elenco di rivenditori, uno di noleggiatori, un mercatino dell’usato, un archivio di professionisti del settore cinema e una lista di film per i quali sono specificate le ottiche utilizzate nel corso delle riprese.
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