Per quanto diffuse, le denominazioni “gel” e “gelatine” sono scorrette per questo tipo di strumenti, che nella maggior parte dei casi sono realizzati in poliestere termoresistente e in misura minore sono prodotti in policarbonato, triacetato o acrilico. La definizione corretta, in ogni caso, è quella di “filtri”, sia per i supporti di conversione e correzione che per tutti gli altri: colori, diffusioni, polarizzatori e ND.
I filtri di conversione
Servono per modificare la temperatura colore della luce. Sono disponibili in gradazioni da 1/8 a 2 in base all’intensità della loro colorazione e si dividono in CTB, CTO e CTS. I CTB (Color Temperature Blue) aumentano i gradi Kelvin della sorgente luminosa filtrata, mentre i CTO (Color Temperature Orange) e i CTS (Color Temperature Straw) la abbassano. I CTS si differenziano dai CTO per una maggior ricchezza di giallo e sono disponibili in un minor numero di gradazioni.
L’incidenza dei filtri di conversione sulla temperatura colore di una luce varia in base ai gradi Kelvin di partenza. Ad esempio, un 1/2 CTB aumenta di circa 1000°K la temperatura colore di una luce da 3200°K e aumenta di 4300°K quella di una luce da 5600°K. Per questo motivo l’alterazione cromatica apportata dai filtri di conversione non viene specificata in gradi Kelvin ma in valori mired (micro reciprocal degrees).
Il termine mired shift viene di conseguenza utilizzato per indicare il grado di alterazione mired richiesto da una particolare conversione. Per esempio, per portare a 5600°K una sorgente luminosa da 3200°K è richiesto un mired shift di -134.
I valori mired indicano con esattezza l’effetto di ogni filtro di conversione sulla temperatura colore di una luce, a prescindere dai gradi Kelvin della luce stessa. I valori mired sono negativi quando aumentano la temperatura colore (filtri CTB) e positivi quando la abbassano (filtri CTO e CTS) e mantengono la propria affidabilità anche quando si combinano più filtri.
La formula matematica dietro tutto questo è
\frac{1.000.000}{°K\:Finali}-\frac{1.000.000}{°K\:Originali}= Mired\:Shift\:ValueUn esempio relativo alla conversione di una sorgente da 5700°K in una da 3200°K:
\frac{1.000.000}{3200}-\frac{1.000.000}{5700}= 312-175=137Da cui:
{-}137\:(Full\:CTB)Tra i diversi brand, il valore mired dei filtri di conversione non è trasversale. Il valore mired del CTO da 1/8 della Lee, ad esempio, è +26, mentre quello della Rosco è +20; nel primo caso una sorgente luminosa da 4300°K viene quindi portata a 3900°K, mentre nel secondo caso viene portata a 4000°K.
È bene tenere presente che le indicazioni relative all’intensità dei filtri di conversione non sempre sono lineari rispetto alla loro efficienza. Facciamo un paio di confronti all’interno del parco Lee. Due CTO da 1/2 non hanno lo stesso effetto di un Full CTO: il 1/2 CTO ha un valore mired di +109, che raddoppiato diventa +218, mentre il valore mired del Full CTO si ferma a +159. Due Full CTB, invece, producono un mired shift di -274, esattamente come un Double CTB.
È anche importante considerare che i filtri CTB assorbono molta più luce dei CTO e dei CTS. Un Full CTB, ad esempio, toglie oltre uno stop e mezzo di luce, mentre un Full CTO o un Full CTS ne sottraggono meno di uno.
Qui di seguito una tabella fornita dall’azienda Lee in relazione ai suoi filtri di conversione:
Filtri di conversione, Kelvin, Mired Shift e assorbimento
È sempre consigliabile verificare con un termocolorimetro l’effettiva temperatura colore delle sorgenti luminose, sia prima che dopo la filtrazione. Raramente un proiettore emette una luce esattamente della temperatura colore che ci si aspetta. Una lampadina dichiarata da 3200°K potrebbe in realtà misurarne 3150 e l’eventuale parabola dell’illuminatore in uso potrebbe ridurre la temperatura di altri 200°K. Ci si ritroverebbe così con una luce da 2950°K, a fronte dei 3200 previsti; una luce che filtrata da un FullCTO raggiungerebbe 5100°K anziché 5700°K.
Neppure i filtri sono in grado di assicurare l’esatta corrispondenza tra il mired shift nominale e quello effettivo; ed è anche normale che tra un rotolo e l’altro ci siano lievi discrepanze di colorazione, anche dovute allo stato di conservazione del materiale.
Per conoscere il mired shift necessario a portare una data sorgente luminosa a una data temperatura colore nonché il filtro o i filtri necessari per realizzare la conversione, la ditta Lee offre gratuitamente una pratica applicazione web, che ovviamente fa riferimento ai prodotti della ditta inglese: Colour Temperature Calculator
I filtri di correzione
Sono utilizzati per correggere la tendenza al verde o al magenta di una luce, ossia per ridurne lo scostamento al di sopra (verde) o al di sotto (magenta) della curva di Planck. Sono prodotti in gradazioni da 1/8 a 1, tutte disponibili sia in versione Plus Green, per sottrarre magenta, che Minus Green, per sottrarre verde. Questi filtri furono creati per l’utilizzo con luci a fluorescenza, ma oggi vengono largamente impiegati anche per neutralizzare le dominanti dei LED e dei proiettori HID.
È inevitabile che le correzioni di tinta modifichino anche la temperatura colore della sorgente luminosa filtrata. Se si utilizzano i Plus/Minus Green della gradazione più bassa, però, l’alterazione Kelvin risulta spesso trascurabile, in particolare quando si lavora a luce fredda.
I filtri di correzione hanno un’intensità diversa a seconda della ditta produttrice. Un Full Minus Green della Rosco non è quindi del tutto sovrapponibile allo stesso modello di marca Lee o Spotfilter. Le differenze sono comunque sottili e abitualmente trascurabili.
Per sapere quale sia la gradazione del Plus o Minus Green necessario per condurre una luce alla neutralità è indispensabile un termocolorimetro. Quando non si dispone di tale strumento non resta che testare diverse gradazioni di filtro, affidandosi al proprio occhio e all’eventuale vettroscopio offerto dalla camera o dal monitor di riferimento.
Neppure i filtri di correzione possono essere sommati secondo logica matematica in quanto unendo due filtri di pari gradazione si ottiene un effetto inferiore a quello prodotto da un solo filtro di gradazione doppia. Due Plus Green da 1/8, quindi, risultano meno efficaci di un Plus Green da 1/4.
La relazione tra intensità del filtro e correzione Duv, però, è lineare. Un Plus Green da 1/2 introduce dunque una correzione Duv doppia rispetto a un Plus Green da 1/4 e quadrupla rispetto a un Plus Green da 1/8.
Va tuttavia considerato che il livello di correzione Duv di un dato filtro varia in base al tipo di sorgente luminosa al quale tale filtro viene applicato. Per esempio, un Plus Green da 1/8 su una sorgente da 3200°K applica una correzione Duv di circa 0.0030, mentre su una sorgente da 5600°K la correzione è di circa 0.0040.
Per un approfondimento sull’errore Duv: LED bicolore e RGB, dominanti cromatiche e curva di Planck
Filtri di correzione, scostamento Duv e assorbimento
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I filtri dicroici